Attraverso un volume ricco di originali fotografie d’epoca che raccontano luoghi lontani che oggi sono irrimediabilmente mutati a causa del turismo di massa, Bianca Maggi esplora una vita passata a collezionare ricordi e meravigliosi gioielli. La sua passione per i bijoux etnici nasce durante un viaggio di lavoro in Algeria che, negli anni Sessanta, era una meta non ancora toccata dai grandi flussi turistici occidentali. Qui ha modo di incontrare donne curiose verso la sua cultura e, insieme a loro, i meravigliosi gioielli che le adornavano e che scopre essere ricchi di significati nascosti.

Quello che si apre di fronte a Bianca, moderna Ulisse al femminile, è un mondo nuovo e sconosciuto: gli ornamenti non hanno solo una funzione estetica, ma anche un significato specifico e trasmettono una serie di informazioni sul portatore, sulla sua etnia di appartenenza così come sul suo ruolo nella società.

Nasce così la voglia di raccontare sessant’anni di viaggi alla ricerca dei gioielli più preziosi e significativi e dopo il Maghreb arrivano, tra i tanti paesi visitati, lo Yemen, l’India, la Cina e il Tibet, esplorati con una insaziabile voglia e curiosità di conoscere e di arricchirsi attraverso il contatto con culture e storie lontane.