L’agenda è la compagna insostituibile per ricordare eventi, compleanni, appunti o pensieri che riempiranno le giornate dell’anno in arrivo.
Il layout ordinato e minimal della TekAgenda 2024 ti accompagnerà per i prossimi dodici mesi nell’organizzazione delle tue giornate insieme ad alcune meravigliose opere d’arte contemporanea.
Il pratico elastico laterale non farà scappare nemmeno uno dei tuoi pensieri.
Per noi l’arte non ha limiti e ogni linguaggio utilizzato per parlarne è un mezzo prezioso dotato di capacità espressive proprie. Abbiamo quindi realizzato un podcast, ascoltabile qui, che ti guiderà, mese dopo mese, con approfondimenti dedicati alle opere d’arte protagoniste dei mesi della nostra agenda 2024.
I tre Magi danno inizio al nuovo anno. L’artista anche per questa sua opera parte da una approfondita ricerca iconografica e da uno studio antropologico delle tradizioni, della storia, della letteratura. I suoi re sono svuotati della sacralità religiosa, sono l’umano. Tra le mani hanno cuore, occhi e cervello, organi che è bene riscoprire come dono e possibilità per vivere al meglio.
Molte delle opere dell’artista fanno propria l’espressione onomatopeica che associamo alle conversazioni vane, prive o in cerca di significato. Nel suo lavoro la comunicazione è centrale perché può unire ma anche essere una barriera tra le persone, i generi, le generazioni, le culture. Qui la parola assume la forma di un coriandolo, simbolo della festa che è sempre condivisione e relazione.
Nelle sue opere si respira la straordinaria bellezza della cultura giapponese. Colori tenui, una scultura che fa della ceramica un materiale leggero, quasi avvolgente come una coperta che ci abbraccia con l’affetto familiare con il quale tutti – o quasi – siamo cresciuti. Non è una famiglia perfetta quella di Kazumasa. La sua opera vuole esserne solo una poesia.
L’omino di Deodato ricorre in tutte le sue opere. È l’umano. Siamo noi con le nostre fragilità e potenzialità che a volte ci troviamo sul filo del rasoio come un equilibrista che deve concentrarsi, mettendocela tutta per non cadere. Chi lo osserva dal basso può pensare che sia sospeso nel vuoto come se volasse. L’artista ci lascia aperta questa possibilità.
Nando Crippa nel suo lavoro riesce a portarci sempre in un mondo sospeso, un passato dove – anche in modo un po’ nostalgico – molte cose si facevano a regola d’arte. Il suo tiralinee ci mostra un mestiere artigiano svolto con amore, come a ricordarci che dietro ogni lavoro c’è una tensione alla bellezza.
Non è facile trovare poesia nei materiali di recupero, ma soprattutto è assai complesso costruire significati profondi mettendoli insieme con capacità tecnica e cuore d’artista. L’opera di Corrado Bonomi è una bandiera italiana che pulsa di vita. È un cuore che si nutre di Patria. È un sano orgoglio nazionale che dà speranza ed educa al bello.
L’artista omaggia la città di Lecco interpretando il suo monumento per eccellenza, amato dai cittadini e visitato dai turisti. Lo ricostruisce ritagliando in modo minuzioso tazzine e piattini del caffè – materiale ceramico delle sue sculture e installazioni – attraverso un processo di ricerca artistica che riesce a rendere possibile ciò che qualcuno sicuramente ha visto nei propri sogni.
Il metro sempre nella tasca del sarto, quello che abbiamo visto usare dalle nostre nonne o mamme, diventa materiale quindi tecnica espressiva di lavoro concettuale senza precedenti. Mimmo Iacopino, con le sue opere, dà il suo contributo nel mondo dell’arte indicando nuove possibilità di colore e luce. Entrambi, da sempre, sono alla base della sua ricerca.
Nel ritorno a scuola c’è – nonostante tutto – la gioia di ritrovarsi insieme perché le amicizie vere si nutrono di quotidianità. Nel suo lavoro Simona Uberto fotografa le persone per poi astrarle dal loro contesto in un processo artistico che è fondato su una ricerca antropologica. La sua opera ci invita a porre attenzione alle relazioni e ai corpi. I suoi protagonisti siamo tutti noi.
La rotellina del caricamento dei nostri cellulari, l’attesa percepita a volte come infinita prima di visualizzare un’immagine. L’artista ci fa riflettere su quanto oggi sia mediato dagli smartphone, compresi i paesaggi, le opere d’arte e soprattutto le persone. Questo suo dittico ci porta nel passato, ma è un’opera del presente che ci invita a riscoprire l’autentica bellezza dell’incontro.
La morte non tocca solo le persone e gli esseri viventi. Ne sono vittime anche i paesi, i quartieri, gli edifici un tempo vivi di relazioni, lavoro, rumore. Luigi Erba ha documentato in modo straordinario la storia dell’archeologia industriale lecchese, interpretando le trasformazioni urbane che hanno cancellato l’identità della città della quale ne resta viva forse solo la memoria.
La leggenda vuole che San Nicolò porti a tutti i bambini, la mattina del 6 dicembre, tre mele rosse. È un’attesa che precede il Natale, una festa che viene da sempre vissuta con gioia e sorpresa. L’opera di Enzo Forese si presenta come un quadro del passato, quello nel quale sono nate molte tradizioni, non tutte arrivate ai nostri giorni.
Lunedì – Venerdì: 8:30-17:30
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