La storia mai raccontata della leggendaria salita del Cerro Torre da parte dei Ragni di Lecco, un’avventura che segna un capitolo fondamentale nella storia dell’alpinismo italiano e mondiale.
A cinquant’anni di distanza, questo libro offre una prospettiva unica e approfondita su una delle imprese più audaci e discusse, attraverso un racconto che fonde la precisione del reportage giornalistico con la vividezza di una testimonianza diretta.
Dai preparativi iniziali, pieni di dubbi, paure e decisioni difficili, alle dinamiche interne della squadra, fino ai momenti di trionfo e alle inevitabili sfide, il testo svela ogni aspetto della spedizione, compresi i “no” scomodi, le rinunce e le strategie che hanno portato alla vittoria.
Anche attraverso l’ultima intervista a Casimiro Ferrari, il leader della squadra che ha conquistato la Ovest del Torre, il libro offre uno sguardo intimo sull’orgoglio, la passione e i rimpianti di uno dei protagonisti, illuminando i valori e le motivazioni che guidano l’alpinista nel suo cammino.
A completare il quadro di un’impresa epica, si racconta anche la storia di padri e figli, le emozioni e i drammi vissuti, e si tracciano i percorsi della memoria che collegano le imprese passate alle nuove generazioni, ispirate dalle leggendarie ascensioni sulle pareti della Grigna e dalla storica vittoria del 1974.
Il libro diventa una cronistoria essenziale delle imprese alpinistiche legate alla vetta del Cerro Torre, arricchita dagli incontri con figure chiave dell’alpinismo come Salvaterra, Maestri, Garibotti e Ulrich, offrendo approfondimenti esclusivi e un contesto ampio su questo sport e la sua evoluzione.
Il libro non è solo un omaggio a una delle pagine più emozionanti dell’alpinismo, ma anche un invito a riflettere sull’eredità lasciata da queste imprese, sul significato della sfida e del superamento dei limiti.
Il Cerro Torre si trova in Argentina, è il simbolo della Patagonia e per molti è la montagna più bella del mondo.
Alto 3.128 metri, dagli anni Cinquanta del Novecento – quando venne definito “impossibile” – è stato teatro di vicende senza uguali e non ha smesso di essere terreno di sfida per i migliori alpinisti della scena internazionale che vi si avventurano non solo per testare i propri limiti fisici e mentali, ma anche per vivere un’esperienza che è, in molti modi, un rito di passaggio nel mondo dell’alta montagna.
Nel corso degli anni, il Cerro Torre ha visto alternarsi epoche di ardite esplorazioni, controversie, innovazioni tecniche e drammatici capovolgimenti di scenario, che hanno contribuito a costruire intorno a esso un’aura di leggenda.
Attraverso le sue imponenti pareti, il Cerro Torre non solo testimonia la storia dell’alpinismo, ma racconta anche le storie personali di chi ha osato affrontarlo, offrendo un palcoscenico dove si intrecciano trionfi umani, tragedie, speranze e sconfitte.
La sua presenza nel panorama della Patagonia resta un costante richiamo all’avventura, al rispetto della natura e alla perpetua ricerca dell’ignoto.
Il Cerro Torre non è solo una sfida fisica; è un viaggio nell'anima, dove ogni scalatore lascia un pezzo del proprio cuore e ritrova un senso di appartenenza universale.
Teatro San Lorenzo
Via XXIV Maggio, 9
Mandello del Lario
Era il 14 marzo del 2014. Marco, conosciuto anche con il soprannome di Butch, aveva quarantuno anni. Era membro dei Gamma e non era solo un gigante della scena verticale italiana, ma anche una persona dalle straordinarie qualità umane, proprio per questa ragione amata in modo speciale e ancora viva nei pensieri di tanti, tantissimi, nella sua terra così come in lontane vallate delle Alpi.
La scala dei sogni è un libro che gli ha reso omaggio, per far rivivere tutta intera la sua storia percorsa da una passione travolgente e contagiosa.
Le vette, le imprese, le immagini, le testimonianze in presa diretta, i progetti irrealizzati, i drammi e le due vite di Anghileri – due, perché lui era tornato a scalare dopo un incidente stradale che sembrava dovesse impedirglielo per sempre – in un racconto palpitante che abbraccia una stagione indimenticabile dell’alpinismo lecchese, lunga oltre vent’anni. Un grande affresco nel quale, con Marco, diventano protagonisti anche la Grigna, le Dolomiti e il Monte Bianco.
La più amata montagna lombarda – nel cuore di chi vive ai suoi piedi ma anche di milanesi, brianzoli e comaschi – come sorprendente punto di osservazione di una scena senza confini. Cinquanta stelle dell’alpinismo mondiale che si raccontano incrociando le loro storie con quelle che affondano le radici tra le celebri pareti lecchesi.
Il richiamo della Grigna, pubblicato nel 2020, rilegge così, in modo originale e accattivante tanto per gli esperti di scalate quanto per i semplici appassionati delle vette, le stagioni che dall’ultimo quarto di Novecento a oggi hanno lasciato tracce indelebili dalle Alpi alla Patagonia, dalla California all’Alaska, dalle falesie fuori città alle vallate più sperdute, fino agli Ottomila himalayani. Lo fa con la voce di fuoriclasse di quattordici Paesi che approdando a Lecco hanno reso omaggio alla sua straordinaria tradizione alpinistica e nello stesso tempo l’hanno alimentata, offrendole nuove ispirazioni con le loro imprese.
Membro dei Ragni di Lecco dal 1960, Romano Perego ha legato il suo nome alla celebre salita dei “maglioni rossi” della Grignetta sulla Sud del McKinley, nel ’61 in Alaska, e nel ’62 è stato nella cordata che ha infranto il tabù nazionale della Nord dell’Eiger. Scalando il Cervino e le Grandes Jorasses è poi diventato il primo italiano e il terzo europeo a completare la trilogia delle maggiori muraglie settentrionali delle Alpi.
Il Ragno silenzioso ha l’ambizione di raccontare le imprese rimaste nell’ombra attraverso i diari inediti di Romano, le testimonianze dei compagni, una rigorosa documentazione frutto di lunghe e appassionate ricerche, una narrazione che cerca di non perdere mai di vista la componente umana della meravigliosa avventura chiamata alpinismo. Un viaggio pieno di sorprese e scoperte sulle orme di un protagonista finalmente messo al centro della scena e restituito ora alla memoria collettiva. Un viaggio che riporta anche nel cuore di una straordinaria e irripetibile stagione dell’alpinismo lecchese e italiano.
Lunedì – Venerdì: 8:30-17:30
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